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  emetrio Canevari visse in un periodo storico di grandi innovazioni in tutti i campi del sapere e soprattutto nelle scienze. Fu più spettatore che attore del rinnovamento proprio della sua epoca.
La sua biblioteca, prevalentemente scientifica e medica, presenta, accanto a capisaldi della tradizione, come Aristotele, Tommaso d'Aquino, Galeno, Ippocrate, innovatori come Galileo, Keplero, Vesalio, Aldrovandi. Le sue opere, invece, di filosofia naturale e medicina, sono decisamente ancorate alla tradizione e, in particolare, risultano tutte ispirate all'aristotelismo rinascimentale. Nella biblioteca, infatti, sono più di un centinaio le edizioni di Aristotele, sui più svariati argomenti, dalla logica alla fisica o filosofia della natura (che tanto appassionava Canevari), dalla metafisica all'etica, alla politica, alla retorica. Ad esse occorre aggiungere decine di commenti, dai greci agli arabi ai medievali.

Ma una biblioteca formatasi tra fine Cinquecento e inizio Seicento, in un periodo della nostra storia caratterizzato dalla volontà generale e capillare di controllo esercitata dalla Chiesa, doveva fare i conti con le prescrizioni censorie. La presenza materiale dei segni della censura è un elemento che caratterizza fortemente la collezione canevariana e non può lasciare indifferenti i lettori di oggi. Tanto più che questi segni, con un effetto esagerato, che va oltre le intenzioni ,dei censori, hanno danneggiato gravemente i volumi, rendendo precaria la loro conservazione.

La "libraria" di Demetrio Canevari non solo è eccezionale per la rarità dei suoi volumi, conservati in qualche caso in copia unica, ma è anche, nel suo complesso, una straordinaria testimonianza culturale, paradossalmente anche per le assenze e le manomissioni che la caratterizzano.