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  Demetrio Canevari in una stampa del XVII secolo


 
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“Il presente maestoso cenotafio marmoreo con la effigie di Demetrio in ginocchio, grande al vero, non è dovuto alle cure del fratello Ottaviano e dei nipoti Gio. Lodisio e Michelangelo, come potrebbe far credere la iscrizione che vi si legge, la quale infatti ingannò parecchi scrittori, ma se lo ordinò egli stesso nel suo testamento assegnando a tal uopo quattro mila lire genovesi da prelevarsi sulla sua eredità, nello spazio d’un’anno e mezzo, come avvenne mercè le cure dei padri di Castello di ciò incaricati dal magnifico Demetrio.“

Tratto da:
P.Raimondo Amedeo Vigna - Illustrazione storica, artistica ed epigrafica dell'antichissima chiesa di S. Maria di Castello in Genova - Genova 1864

emetrio Canevari, nato a Genova il 9 marzo 1559, era di famiglia mercantile (il padre apparteneva all’arte della seta). Per volere del padre fu avviato agli studi di medicina, prima a Pavia poi a Roma.
Conseguì la laurea nel 1581 a Genova [Fig.1] . Ritornato a Roma, fu introdotto alla corte pontificia e divenne ben presto il medico curante dei famigliari del pontefice e dei cortigiani gravitanti intorno alla corte papale. Fu medico della Compagnia del S.S. Sacramento istituita per gli infermi della parrocchia. Fu archiatra pontificio durante il brevissimo papato di Urbano VII, durato pochi giorni, dal 14 al 27 settembre 1590. Visse a Roma ben 40 anni nel quartiere di Borgo e vi morì il 22 settembre 1625. Le sue spoglie furono tumulate in Roma ma egli dispose che accanto alle tombe dei suoi cari, in Santa Maria di Castello a Genova, fosse costruito un monumento funebre [Fig.2] a lui dedicato.
Studioso appassionato, scrisse varie opere di filosofia naturale e di medicina, tra le quali l’opera giovanile rimasta manoscritta Instituta medicinalia [Fig.3], il De rerum naturalium ortu atque interitu commentarium [Fig.4], la prima opera edita (1583), il trattato De ligno sancto del 1602 [Fig.5] e le opere pubblicate postume dagli eredi come prescritto nel testamento, Ars medica[Fig.6] e De primis rerum natura factarum principiis [Fig.7]. Le opere di Demetrio Canevari sono permeate di aristotelismo, anche se la sua pratica medica e il suo studio lo pongono a contatto con correnti di pensieri e testi di diverso orientamento.
La sua biblioteca è l'esempio della vastità di interessi nonchè dei rischi che egli accetta di correre rispetto alle rigide norme della censura imperante. Questa biblioteca scientifica, principalmente medica ma ricca anche di opere matematiche, astronomiche e filosofiche, è corredata da un catalogo autografo redatto dallo stesso Canevari, arrivato integro fino ai giorni nostri, e che rende il complesso della biblioteca un esempio unico nel suo genere.
Morendo senza figli lontano dalla propria patria Demetrio Canevari decide di affidare agli eredi il patrimonio fisico e morale della sua libraria: i libri, che saranno trasferiti in 48 plutei a Genova, e l’eredità morale, nella convinzione che i discendenti e i concittadini, a partire dai più bisognosi, potranno trovare in essa strumenti di formazione e di crescita intellettuale e morale. Le opere custodite e alimentate con prescrizioni puntuali, dovranno essere sfruttate per la formazione dei medici dell’Ospedale di Pamattone, per incitare allo studio i discendenti soprattutto nelle discipline mediche, giuridiche e filosofiche (anche con incentivi economici) nonché alla costituzione dell’Università. Sotto questo profilo non è solo un strumento di studio ma è un monumento trasmesso agli eredi per incitarli ad essere emuli del fondatore nella cura dei poveri, dei malati e degli analfabeti.